Il Ballo delle debuttanti di Stresa, gli splendidi abiti delle damigelle e l'atmosfera delle favole. Rachele ha vissuto un sogno ad occhi aperti e, con una valigia piena di emozioni, ha trascorso una settimana indimenticabile sulle rive del Lago Maggiore. Classe 1999, occhi marroni, capelli scuri, l'eleganza di una principessa dal carattere deciso: la diciassettenne, che si definisce matura per la sua età, ha spiccato il volo a passo di valzer. Ma i suoi piedi sono ben piantati a terra.

Dai social al sogno?

«Sì. E il merito è tutto di mia madre, che ringrazio insieme a tutta la mia famiglia, per avermi sostenuto e applaudita a Stresa, dove è venuto anche il mio fidanzato. È stata lei ad iscrivermi a un concorso su Facebook a gennaio. Ho ricevuto molti "mi piace" e ho potuto partecipare all'evento».

Tre aggettivi per descriverti...

«Dolce, simpatica e matura».

Nella quotidianità ti senti una ragazza acqua e sapone o una principessa?

«Sono una ragazza acqua e sapone, principessa soltanto per una sera».

Come è stata la tua settimana a Stresa?

«Divertimento e studio. Abbiamo seguito una serie di lezioni: ballo e portamento, bon ton, gestione dell'immagine e del proprio outfit, dizione, comunicazione, psicologia, nutrizione, posa fotografica e nail art. Inoltre siamo state accompagnate in diverse escursioni in tutto il territorio».

E un momento indimenticabile?

«Le parole di una deb che è anche testimonial della Lilt (Lega Italiana Lotta Tumori): è stata capace di lanciare un messaggio di vita che ha colpito tutte le partecipanti».

La sorpresa più bella?

«L'arrivo del mio fidanzato durante la serata finale di sabato. Giovanni ha percorso tanti chilometri per non perdersi il ballo. È stata una vera gioia vederlo lì a Stresa, complici i miei familiari che mi hanno sostenuto in questa avventura».

La giuria ti ha premiato, sei risultata tra le prime tre damigelle...

«Sono stata felicissima del riconoscimento ricevuto dai professori che ci hanno seguito nella fase di preparazione all'evento».

Cos'è per te la danza?

«Una compagna di vita. Ho iniziato a ballare a quattro anni e non smetterò mai. Un vero grazie lo devo alla mia insegnante, Monica Lupi. A Stresa mi sono esibita con una sua coreografia. Mi è stata vicina sempre, anche se a chilometri di distanza».

Anche tua sorella Chiara è stata una deb. Ti ha incoraggiata a ripercorrere la sua strada?

«Sì. Siamo unite da un forte legame. I giorni a Stresa sono stati emozionanti per entrambe. Ho fatto tesoro dei suoi consigli e ho vissuto la mia esperienza».

E tu che consiglio ti senti di dare alle future deb?

«Vivete ogni attimo di questo sogno. Cogliete l'essenza dei giorni, delle lezioni, degli incontri e custoditeli per sempre. Questa avventura mi ha riconsegnato una nuova me».

E l'accoglienza dei tuoi concittadini come è stata?

«In molti mi hanno dimostrato affetto. Non mi aspettavo tanto calore. Familiari, amici, insegnanti. Sono rimasta colpita e ringrazio tutti per la vicinanza».

Cosa ti ha lasciato questa esperienza?

«Sicuramente un arricchimento personale e culturale. Sono tornata diversa. È stato un appuntamento di crescita e confronto fatto di nuove amicizie, oltre all'occasione offerta di conoscere città e paesi sconosciuti».

I tuoi progetti per il futuro?

«Terminare gli studi del liceo scientifico di Sora e tentare di vincere il concorso per entrare nella Guardia di Finanza».

Foto Claudio Papetti